mercoledì 30 giugno 2010

Antiquariato

Un piccolo paese abbarbicato sulle colline della Provenza, diviso da un fiume, La Sorgue, che regala scorci suggestivi, tra piccoli ponticelli ornati di gerani.
La mecca dell'antiquariato e del modernariato, mille botteghe e negozi ricolmi di suppellettili di vario genere, arredi da giardino in stile liberty, orologi d'altri tempi, lavagnette da cucina.
Specchi artistici, statue da giardino e da interni, veneziane, vasi e decori di varia natura. A volte è il trionfo del kitsch, ma ogni tanto si trovano oggetti davvero graziosi.


domenica 27 giugno 2010

Hotel Baren

Nel cuore della Foresta Nera, a Friburgo, l'Hotel Baren, il più vecchio albergo della Germania.
Tutto sui toni del rosa e dell'arancio, lo si incontra subito dopo la Porta Sveva all'inizio del centro storico, ed è una piccolo gioiello.
Non solo per la ricostruzione degli esterni che si richiama ai fasti e alle tradizioni medievali della zona, anche gli interni sono in stile, molto curati, più un piccolo museo che non un albergo.
 E l'insegna con l'orso dorato che spunta dai gerani, ovviamente in tinta con i colori dell'edificio, è diventato uno dei simboli di Friburgo.

Musicanti

Suonare lungo la strada, perché la musica è di casa, non solo a Galway ma un po' ovunque in Irlanda.
Nessuno li caccia, nessuno si infastidisce, nessuno chiama la polizia per farli allontanare, se non piace come suonano o quello che cantano, si prosegue oltre, al prossimo angolo di strada ci sarà un altro gruppo, o un cantautore che imbraccia la chitarra.
Si sente di tutto, dal rock al traditional celtico, dalle ballate tristi ai motivetti che richiamano un pop più semplice. E' Galway, è l'Irlanda del Connemara.

sabato 26 giugno 2010

I Seni delle Ninfe

Un seno perfetto, non troppo grande, neppure minuscolo per una delle fontane più erotiche che conosco.

Una fontana del '500, uno scultore fiammingo emigrato in Italia un po' frustrato, deluso per aver perso il concorso per la fornitura di Piazza della Signoria a Firenze, la voglia di stupire creando una fontana a forte impatto erotico, a discapito della Chiesa che al tempo governava la città nonché reale committente dell'opera.
Il risultato è la Fontana del Nettuno, dove i seni delle quattro Ninfe su cui appoggia il Dio Nettuno, spruzzano acqua dai capezzoli e danno una prima connotazione molto ben marcata dell'aspetto e del significato volutamente erotico e trasgressivo dell'opera intera.
Una trasgressione goliardica di fine Cinquecento, una beffa al potere costituito.



Vite di mare

Vita di mare, pelle bruciata dal sole e dalla salsedine, braccia robuste, facce di vita vissuta lontano da tutto, sguardi alla ricerca di un altrove mentre il corpo lavora.
Ma come fanno i marinai a vivere in una barca, a stare lontano da casa, forse a non averla neppure una vera casa.
Pensieri rubati, gesti quotidiani, il bucato, la voglia di una normalità quando la casa é una barca, uno spazio angusto da dividere con altri e ogni giorno il mare aspetta.
Un porto dopo l'altro, un giorno dopo l'altro.
Vivere le vite degli altri, condividerne le speranze, che forse vanno al di là di una buona giornata di pesca, di una stiva piena.
Vita di mare.

martedì 22 giugno 2010

Bloemenmarkt

Nel cuore di Amsterdam, il mercato dei fiori, sulle chiatte lungo un canale.
Colorato, pittoresco, vivace e chiassoso, uno dei più originali mercati che conosca, un delirio di colori e di profumi.
Quando trovai il chiosco con gli zoccoletti olandesi in esposizione capii di essere davvero ad A'dam e mi feci catturare dall'entusiasmo.
Non ci sono solo fiori e sementi in questo mercato, lungo il canale, ma si trovano anche alcune botteghe che vendono quadri e riproduzioni artistiche delle vecchie case con frontone del gomito d'oro, altre che commerciano souvenir e gli immancabili coffee shop.


domenica 20 giugno 2010

La Giostra

So che tu vivi nel fango
vicino alla giostra
parli per farci del male
la vita normale un passo più in qua

So che tu spingi la giostra
di notte e col vento
prendi la gente nel sonno
la giostra dei folli nell'oscurità 

Ti urtano in strada ridendo
nessuno mostra pietà
né spera fortuna per chi non ce l'ha

So che tu vivi nel fango
vicino alla giostra
parli e non fai mai del male
la vita normale é un passo più in qua
 un passo più in qua 
(La Cruz)


giovedì 3 giugno 2010

Venessiani

Al centro del mondo”, dicono certi vecchi di Rialto, “ghe semo noialtri: i venessiani de Venessia. Al de là del ponte de la Libertà, che porta in terraferma, ghe xè i campagnoli, che i dise de esser venessiani e de parlar venessian, ma no i xè venessiani: i xè campagnoli. Al de là dei campagnoli ghe xè i foresti: comaschi, bergamaschi, canadesi, parigini, polacchi, inglesi, valdostani… tuti foresti. Al de là dell’Adriatico, sotto Trieste, ghe xè i sciavi: gli slavi. E i xingani: gli zingari. Sotto el Po ghe xè i napo’etani. Più sotto ancora dei napo’etani ghe xè i mori: neri, arabi, meticci… Tutti mori.”
Finchè a Venezia, restituendo la visita compiuta secoli prima da Marco Polo, hanno cominciato ad arrivare i turisti orientali. Prima i giapponesi, poi i coreani e infine i cinesi. A quel punto, i vecchi veneziani non sapevano più come chiamare questa nuova gente. Finchè hanno avuto l’illuminazione. E li hanno chiamati “i Sfogi”. Le sogliole. Per la faccia gialla e schiacciata. (Gian Antonio Stella)


I Ponti di Calatrava

Nel nulla della pianura padana, in aperta campagna, appena fuori Reggio Emilia, vicino all'ingresso dell'autostrada, il ponte, o meglio i ponti di Calatrava. Sono, in realtà, tre ponti distinti e successivi, connessi tra loro tanto da sembrare un'unica opera.
Che la Myrtha sia affascinata dai ponti è cosa risaputa. Che quelli di Calatrava siano particolarmente belli per la loro singolarità, è cosa altrettanto risaputa.
Quel che colpisce è la contestualizzazione, o meglio l'assenza di una contestualizzazione, il nulla attorno, ci sono i ponti e basta, in mezzo alla campagna. Di sotto corre l'autostrada ma non ci sono arredi urbani.
Come se i ponti, con la loro struttura ipertecnologica, riempissero da soli il paesaggio, svincolati da qualsiasi contesto urbano. L'ambiente rurale e le nuove tecnologia, passato e presente a fondersi in una copula singolare, animata dalla tensione che i ponti riescono a trasmettere.
Una trovata geniale.